Sabato sera sono andati in onda a Superalbum della RSI due documentari su Lugano (visibili seguendo questo link). Uno risalente al 1971 e uno molto lungo e interessante del 1986 con esperti urbanisti internazionali.

È impressionante vedere che i principali problemi ancora oggi presenti in città risalgono ormai a cinquant’anni fa. Già allora era ben chiari sia alla cittadinanza sia a specialisti che provenivano da fuori che bisognava affrontare urgentemente il tema del traffico, la costruzione diffusa senza pianificazione, la desertificazione del centro e la cura degli spazi pubblici.

Dei soldi per fare dei progetti ce ne sono sempre stati tanti, ma è mancata molta progettualità. Unici punti positivi segnalati dal direttore dell’accademia Riccardo Blumer, intervenuto a commentare, sono stati l’arrivo dell’università e le aggregazioni. Quest’ultime avrebbero dovuto permettere da tempo un riordino generale della pianificazione e l’introduzione di regole per salvare il salvabile.

Ci piacerebbe ricevere delle vostre riflessioni in merito!

 

In altre città svizzere la scossa è avvenuta negli anni Ottanta, con l’impegno dei municipi di forte predominanza rosso – verde.  (Vedi articolo Ursula Koch)

A Lugano invece nulla si è mosso. Dopo un trentennio dominato da un solo partito, solo recentemente si sta cercando timidamente di recuperare, ma senza grande convinzione.

E siamo in doppio ritardo, perché ora arriva anche molto altro da affrontare: la sanità, l’alloggio accessibile, la demografia calante, la digitalizzazione, la riqualifica del patrimonio costruito, il verde urbano, le prospettive di vita per i giovani, ecc.

I diversi progetti intrapresi devono essere incanalati in una solida strategia a favore della sostenibilità ambientale e sociale. Ma senza un appoggio forte da parte della popolazione alle nostre visioni, la nostra forza politica è purtroppo limitata e a fatica riuscirà a portare dei frutti. Mi piacerebbe che si aprissero gli occhi su questo fatto.

CZB