preventivo 2025 9-12 dicembre 2024

negli scorsi mesi ho letto diversi saggi, succinti e intensi
Contro la città usa e getta di Vittorio Magnago Lampugnani
Siate materialisti! di Ingrid Paoletti
Il territorio resiliente: qualità e relazioni dell’abitare di Claudio Ferrata

In questi testi sono contenute delle idee sul futuro delle nostre città, agglomerati e paesi, sulle relazioni fra natura e costruito, fra materia e digitalizzazione.
È un piccolo consiglio per gli acquisti natalizi che dedico in particolare al dipartimento del territorio, al suo attento direttore e alla moltitudine di funzionari che diligentemente fanno ogni giorno il proprio lavoro, ma che non sembrano essere molto stimolati nel fare riflessioni più generali. Sono sicura che nel DT ci sono risorse nascoste, che potrebbero riservare sorprese positive se ogni tanto si desse loro la possibilità di staccarsi un attimo dai progetti correnti per dedicarsi all’elaborazione di una visione sostenibile per il nostro territorio. Ad esempio: non è ora di riprendere in mano completamente il dossier del piano direttore che risale al 2008 e coordinarlo con i piani direttori comunali?

Passo ora ai dati del preventivo e volutamente non parlo di numeri ma di azioni che si dovrebbero implementare in futuro, così non sentirete parlare di tagli e riduzioni, anche se si potrebbe proporre qualcosa anche in questo dipartimento.

La prima cosa che appare è la grande frammentazione dei servizi, in questo dipartimento e anche negli altri. Come si coordinano i diversi uffici che si dedicano alle commesse pubbliche nel DT e nel DFE? Cosa fa di preciso l’ufficio di educazione ambientale? Quali sinergie esistono fra foreste nel DT e agricoltura nel DFE? Perché i corsi d’acqua sono nella div. costruzioni e non nella div. ambiente?

Con un po’ di senso critico, ma senza invocare una nuova revisione dei dipartimenti come quella del Lago d’Orta, si può certo migliorare. Una riunione plenaria di brainstorming con un gruppo di funzionari motivati (e ce ne sono molti) permetterebbe di trovare rapidamente delle proposte di razionalizzazione. Lo stesso esercizio potrebbe essere naturalmente eseguito in ogni altro dipartimento.

Proseguendo la lettura del preventivo si trovano altri dati, ad esempio gli indicatori per valutare l’operato del dipartimento che sono piuttosto puntuali. Immaginavo che con l’elaborazione del programma di legislatura 2023-2027 si potesse ora misurare temi più significativi. Non si trovano indicatori e obiettivi sulla biodiversità, sul contenimento dei rifiuti, sulla politica fondiaria (demanio), sulla digitalizzazione delle procedure.

Tutti temi che bisogna affrontare in modo coordinato e il DT deve lavorare assieme agli altri dipartimenti: superare il lavoro in “silos” è un cambio di “cultura aziendale” che va affrontato urgentemente.
Il DT grazie alle collaboratrici e collaboratori in gran parte abituati a progettare e gestire progetti pluriennali potrebbe aiutare il consiglio di stato nella definizione di una visione politica chiara e interdisciplinare di sviluppo territoriale che tenga conto di ambiente, economia, socialità, senza dimenticare i meccanismi di governance (relazione fra confederazione, cantone e comuni).

Esulo dalle cifre e segnalo alcuni temi generali che spero possano trovare delle risposte nel 2025.

Morta la tassa di collegamento, resta il problema di un cantone strangolato dal traffico, con la sola ferrovia che fa da asse portante per la mobilità pubblica, ma con bus e autopostali ancora poco frequenti su tante tratte, che non rispettano le coincidenze perché spesso incolonnati. Bisognerebbe migliorare l’offerta dell'”ultimo chilometro” con fonti di finanziamento mirate. Una microtassa di pochi fr. all’anno su ogni posteggio esistente nel nostro cantone potrebbe essere una soluzione? Analizzando qualche dato statistico si potrebbe provare a fare una nuova proposta.

Gli ampliamenti autostradali probabilmente si rallentano: la popolazione anche quella ticinese ha capito che più strade creano più traffico. Continuare a votare crediti per nuovi svincoli e allargamenti di strade non farà che peggiorare la situazione. È quindi compito del DT ora collaborare con USTRA per rivedere i progetti previsti. Un rallentamento degli investimenti stradali a favore della mobilità privata è a nostro parere inevitabile.

Per contro bisogna intensificare la pressione su Berna per fare dei passi avanti per proseguire con più decisione sul completamento di Alptransit verso sud. È infatti assurdo che a 100 km da Milano non si riesca ad avere collegamenti ferroviari puntuali e efficienti sull’asse nord sud. Basta giungere dalla svizzera interna a Lugano (oggi capolinea di numerosi treni) per vedere la situazione da terzo mondo con cambiamenti di treno dall’intercity ai regionali, quasi mai sullo stesso marciapiede con frequenti ritardi e disservizi.

Sono sempre delusa con il mio gruppo di quanto non viene fatto per il tema dell’abitare. Ad oggi è attribuito al DSS come capofila, come se fosse prioritariamente un tema sociale. In realtà la promozione dell’alloggio tocca lo sviluppo territoriale, l’approvvigionamento di energia e acqua, la mobilità, la politica fondiaria, le domande di costruzione, la gestione dei rifiuti edili, il risanamento energetico del patrimonio costruito. Tutti temi di competenza del DT. I recenti sfratti da parte delle casse pensioni sicuramente rendono urgente il tema.
Al consiglio di stato rivolgiamo l’appello di riprendere questo tema e di agire tempestivamente con più azioni per promuovere alloggi sostenibili: e non penso solo alla pigione moderata, ma alla creazione di cooperative rivolte a tutti i ceti sociali.

E infine, il nostro cantone ha un’enormità di spazi costruiti sotto sfruttati: rustici, stabili industriali, alloggi, negozi, nuclei storici. Ho cercato invano dei dati statistici, ma non esistono delle banche dati che permettono di capire l’entità di questo patrimonio.
Se non vogliamo deturpare ulteriormente il nostro cantone, dobbiamo prendere in mano la questione fondiaria e cambiare urgentemente le norme pianificatorie. Lasciare libera azione ai grandi gruppi immobiliari sullo sviluppo dei nostri agglomerati porta a demolizioni tabula rasa e costruzioni di nuovi edifici che restano anch’essi in gran parte vuoti. Si tratta di un fenomeno di gentrificazione che impoverisce il nostro cantone perché lo priva di abitazioni semplici, di spazi a prezzi convenienti per piccole ditte locali artigianali e commerciali, come pure fa morire le imprese culturali e ricreative diffuse che rendono vivi i nostri paesi e città.

Come dice Claudio Ferrata “il territorio resistente è quella realtà materiale e sociale che costituisce l’insieme delle condizioni della nostra vita quotidiana… ci sembra utile ragionare su come sia possibile pensare ad “un territorio per abitare”.
Il Dipartimento del Territorio e il Consiglio di Stato dovrebbero prenderne maggiormente coscienza.

Cristina Zanini Barzaghi