Un articolo che parla di una grande parte del patrimonio immobiliare della città. Un lavoro immenso di coordinazione, ben avviato, che intendo proseguire nella prossima legislatura. Spero nel vostro sostegno e spero anche nel sostegno che tutto il futuro Municipio potrà dare al personale del Dicastero Immobili. CZB

Dal mistero della casa rossa alla masseria senza un domani – Vediamo cos’è cambiato in due anni per i trenta stabili che la Città è chiamata a rinnovare

Ricordate quei trenta edifici di Lugano rimasti sospesi tra un passato ormai finito negli archivi e un futuro ancora da scrivere? Ne avevamo parlato due anni fa. Alcune situazioni nel frattempo sono cambiate, altre sono rimaste uguali e altre ancora stanno evolvendo, ma più lentamente del previsto. Una di queste ultime è la strategia immobiliare della Città, che dovrebbe fare da guida per ogni operazione di edilizia pubblica. Nell’aprile del 2018 l’obiettivo era mettere a punto un piano entro la fine di quell’anno. Ora, come fa sapere la responsabile del Dicastero immobili Cristina Zanini Barzaghi, il termine è la fine del 2020.

Perché due anni
Secondo la municipale socialista il ritardo dipende in parte da un problema di risorse umane: «Il nostro dicastero è nato nel 2016 e ci sono voluti due anni per trovare una stabilità a livello di quadri: il primo concorso per la direzione è andato deserto e poi abbiamo sdoppiato il ruolo procedendo a due nomine, ma una è stata contestata da un ricorso. Una parte della strategia, comunque, è stata presentata già nel 2018». C’è stato anche un cambio di prospettiva. «Inizialmente il discorso sugli immobili era legato alla possibilità di metterli sul mercato. Nel 2013 sembrava che dovessimo vendere mezza Lugano! Una vera strategia immobiliare comunale – argomenta Zanini Barzaghi – non può passare solo dalle cessioni, ma anche dalle acquisizioni». O comunque dalle valorizzazioni. Il discorso è ampio e tocca diversi dicasteri, così come la società civile, pensando a enti e associazioni che chiedono spazi pubblici per le loro attività. «Prossimamente presenteremo un rapporto completo al Municipio – conclude la capodicastero – Occorrono tempo e coordinamento con tutti i servizi coinvolti, un documento del genere non scende dal cielo come lo Spirito Santo».

Una spin…ta in avanti
Dicevamo della società civile che ha bisogno di spazi. Beh, qui qualcosa si è mosso. Il progetto «Spin», che sta per «spazi insieme», è sfociato in una richiesta di credito di 3,3 milioni per una serie di lavori di adeguamento che tocca 27 stabili a disposizione della popolazione. Mezzo milione servirà per sistemare una serie di sale già utilizzate, il resto a trasformare in «Spazi insieme» sette edifici ubicati a Loreto, Castagnola, Gandria, Pazzallo, Pregassona, Sonvico e Valcolla. Il nome dell’operazione ne rispecchia lo scopo: incentivare la vita sociale e l’integrazione.

Fattoria congelata
Da un gruppo di stabili che ritroverà lustro a uno che sta deperendo: la storica masseria Reali di Cadro. Il suo stato di degrado era stato denunciato lo scorso 17 febbraio da Gabriele Pedrazzi con una lettera al nostro giornale, che abbiamo girato a Zanini Barzaghi. «È stato allestito un bel progetto di riqualifica per creare una fattoria didattica che permetterebbe di valorizzare l’intero comparto agricolo, ma il Municipio, purtroppo, ha deciso di rimandarlo». L’autorità comunale per il momento ha solo ordinato la messa in sicurezza dello stabile e chiesto un credito per il rifacimento del tetto. «Spero tuttavia che si possa partire presto con un progetto più completo».

La mensa è messa bene
Per un’altra masseria, quella di Cornaredo, la svolta è più vicina. Sul tavolo del Municipio di Porza c’è la domanda per la realizzazione di una mensa sociale gestita dalla Fondazione Francesco di fra Martino Dotta, che sostituirà la casetta gialla vicino alla Resega. Troveranno spazio anche sale riunioni e un bed & breakfast.

Giallo a Pregassona
Scorrendo le foto dei trenta edifici spicca il rosso della villa che domina il parco Viarno di Pregassona. Se il progetto di riqualifica dell’area è ormai stabilito, sui contenuti della casa rossa le bocce non sono ancora ferme. «È già deciso il recupero della villa storica con l’abbattimento dell’ala annessa – ricorda Zanini Barzaghi – Il pian terreno accoglierà un ristorante con un pavillon inserito nel parco, mentre ai piani superiori sono previsti spazi da mettere a disposizione delle associazioni. A tal proposito stiamo approfondendo uno scenario interessante, come fatto a Castagnola con l’Archivio storico e a Cadro con L’ideatorio». Di più per il momento non è dato sapere: un po’ di mistero.

Che macello: centoventi idee
Possiamo invece anticiparvi quanti studi d’architettura si sono iscritti al concorso per la riqualifica dell’ex Macello: 120, da tutta Europa. «In primavera la giuria deciderà quali progetti accederanno alla seconda fase della selezione, che verosimilmente si concluderà in estate» spiega Zanini Barzaghi. L’incognita in questo caso non è il destino degli stabili, ma quello di uno dei suoi attuali inquilini: il centro sociale autogestito. E qui avere una strategia immobiliare non aiuta più di tanto.

Verso un eco-quartiere
Un altro comparto relativamente grande su cui puntare è quello dell’ex deposito delle PTT a Viganello. La rotta è tracciata: diventerà un quartiere sostenibile sia a livello sociale, con abitazioni per anziani autosufficienti, famiglie con bambini o persone bisognose, single e coppie giovani, sia a livello energetico.

Un cruccio vista lago
Siamo quasi alla fine della lista. «Mi rimane qualche cruccio – conclude la municipale – Uno è Villa Heleneum, che non è abbastanza valorizzata: usarla solo per alcuni matrimoni è un peccato. Poi dovremmo trovare celermente una destinazione che dia lustro a Villa Costanza a Viganello, visto che si riqualificherà il parco».

Palacongressi agli artisti?
Dopo gli edifici sospesi di oggi eccone uno che sarà sospeso in futuro, se e quando Lugano realizzerà una nuova struttura al Campo Marzio: il Palazzo dei congressi. Era già stato materia di dibattito qualche anno fa, con il PLR che aveva proposto provocatoriamente di demolirlo. Zanini Barzaghi non è contraria a priori: «Sarebbe interessante e poco complicato crearci una kunsthalle per artisti locali con laboratori, sale per eventi ed eventualmente un mercato coperto. Ma non scarterei nemmeno l’idea di una parziale o totale demolizione per valorizzare la Villa Ciani e il parco».