A Locarno in questi giorni Berset ha presentato il messaggio sulla cultura 2021-2024 . In esso si definisce la cultura della costruzione come “il risultato di tutti gli interventi sullo spazio, dal dettaglio artigianale all’architettura fino alla pianificazione di opere infrastrutturali con un impatto sul paesaggio.” Perciò la cultura della costruzione riguarda anche le opere d’ingegneria civile.
Per tramutare le parole in realtà, l’USTRA, l’ufficio federale che si occupa della rete autostradale svizzera, dovrebbe soprattutto investire nella progettazione di qualità.
A mio parere sono indispensabili tre presupposti.
- Innanzitutto USTRA e tutti gli enti pubblici devono essere maggiormente consapevoli che nella progettazione delle strade esiste anche una componente culturale, storica e architettonica. In Ticino abbiamo l’esempio eccezionale della consulenza svolta dall’architetto Rino Tami nella costruzione dell’autostrada con concetti unitari di arredo e di conformazione dei manufatti. Anche il profano si accorge della differenza estetica dei ponti e delle gallerie della nostra autostrada rispetto all’estero. È quindi necessaria una maggiore attenzione da parte della politica e dei funzionari dirigenti nel progettare le infrastrutture, perché l’ingegneria civile è fortemente correlata con il paesaggismo e l’urbanistica. La Confederazione deve urgentemente introdurre nelle scuole politecniche dei corsi di “storia e cultura dell’ambiente costruito” nella formazione dei futuri ingegneri e architetti.
- È indispensabile più collaborazione fra uffici federali e enti cantonali e locali, specialmente nella fase iniziale, perché è difficile intervenire a posteriori su progetti già consolidati. USTRA purtroppo non dimostra spesso molta apertura. Discutere e trovare soluzioni condivise richiede tempo, ma è fondamentale per ottenere risultati positivi su manufatti che modificano il paesaggio per molte generazioni. Seppur tardivo, l’esempio di Airolo con la copertura dell’autostrada è un esempio positivo di dialogo fra Confederazione, Cantone e Comune. Come positivo è stato l’approccio inizialmente avuto per il collegamento Locarno – Bellinzona dove è stato elaborato dal Cantone un progetto condiviso con Confederazione, Comuni, Associazioni ambientaliste, contadini e TCS, pronto per le fasi successive da parte di USTRA.
- Per ottenere progetti di qualità sono indispensabili concorsi di progetto. Oggi sono frequenti in architettura, ma purtroppo quasi assenti nell’ingegneria civile. Il bando appena apparso per il collegamento Locarno – Bellinzona è un concorso d’onorario che “misura” i professionisti solo in base al prezzo e alle referenze. Da anni USTRA promuove la selezione dei progettisti in questo modo. Così facendo ha attribuito spesso commesse importanti a tariffe orarie troppo basse, a tal punto che i nostri giovani ingegneri non vogliono più lavorare in Ticino a causa dei salari troppo bassi rispetto al resto della Svizzera. Di questo si potrebbe discutere molto, per il momento mi limito a segnalare che nel caso del collegamento Locarno – Bellinzona, si dovrebbero già ora prevedere dei concorsi di progettazione per il ponte sul Ticino e per altri snodi complessi.
Come ingegnera ho spesso partecipato a concorsi di progetto, e ora come municipale ne organizzo molti. Sono convinta che il miglior progetto lo si trova con il confronto di diverse soluzioni e con l’apporto anche di persone non professioniste. La Confederazione, il Cantone e i Comuni dovrebbero promuovere più concorsi di progettazione urbanistica, di ingegneria e paesaggismo.
Spero quindi che i consiglieri federali Sommaruga e Berset possano raccogliere queste sfide e unire i loro intenti nel promuovere la cultura dell’ambiente costruito con azioni visibili sul nostro territorio, che possano essere apprezzate anche dalle prossime generazioni come patrimonio culturale e storico da preservare.
Cristina Zanini Barzaghi
ingegnera civile dipl. ETH, municipale PS Lugano, candidata PS al Consiglio Nazionale
13 agosto 2019