Interrogazione: Conciliazione famiglia lavoro con i soldi della riforma fiscale. Dalle parole ai fatti.

Diversi mesi fa è circolato un appello promosso dalla FAFT a favore della realizzazioni in tempi brevi di strutture per migliorare la conciliazione famiglia lavoro, firmato da oltre 2000 persone.

Le tre rivendicazioni toccano ambiti di competenza sia cantonale che comunale.

Con la presente interrogazione desideriamo fare il punto sulla situazione in relazione a quanto approvato nel 2018 dal popolo con la riforma fiscale cantonale (messaggio m7417).

Chiediamo al lodevole Consiglio di Stato di avere una visione generale dell’evoluzione, dal 2018 ad oggi quale complemento alla risposta del 8.7.2020 all’interrogazione 36.20.

Inoltre chiediamo di avere i seguenti dettagli:

  • Quali misure previste nel M7417 (riforma fiscale 2018) sono state implementate?
  • In particolare:
  • Quante famiglie, bambine/i hanno beneficiato di aiuti?
  • Quanti e quali asili nido sono stati realizzati?
  • Quanti e quali asili nido sono stati già pianificati?
  • Quali enti si sono maggiormente attivati: enti pubblici-parapubblici o aziende private?
  • In complesso, quanti posti per accoglienza di prima infanzia esistono oggi in Ticino, come sono distribuiti sul territorio?
  • Quanti posti sono stati aggiunti grazie alla riforma?
  • Il credito previsto è già stato esaurito?
  • Se no, è pensabile un prolungamento temporale per poter attivare ulteriori progetti e iniziative?

Cristina Zanini Barzaghi, PS FA GISO Simona Genini, PLR
Danilo Forini, Fabrizio Sirica, Lisa Boscolo, Maurizio Canetta, Simona Buri, Daria Lepori PS FA GISO, Lea Ferrari PC, Sara Beretta Piccoli Verdi Liberali, Maddalena Ermotti Il Centro, Samantha Bourgoin I Verdi

6 gennaio 2025: Appello 2024 FAFT

I/Le firmatari-e chiedono ai Comuni ticinesi di investire in tre misure quale forma di contribuzione per una migliore conciliabilità lavoro e famiglia:

  • Asili nido per tutte le famiglie a un costo che non superi il 5% del reddito familiare ad esempio;
  • Tempo prolungato di qualità (pre- e doposcuola) dalla scuola dell’infanzia alla fine delle elementari, in ogni sede scolastica;
  • Mense scolastiche in tutte le sedi a prezzi moderati e senza limitazioni di accesso.

Perché firmare l’appello?

Per un Ticino più competitivo. Un Cantone che sa offrire ai propri cittadini un welfare avanzato, fornendo servizi a favore delle famiglie, verrebbe apprezzato e preferito ad altri e potrebbe scoraggiare i giovani dal cercare opportunità fuori dal Ticino ma anche invogliare altri a rientrare dopo gli studi. Investire nelle famiglie e non solo nelle attività economiche.

Per un Ticino che sostiene il lavoro indigeno. Le cifre dicono che le donne ticinesi hanno un elevato tasso di abbandono dell’attività lavorativa in occasione del maternità, e a rendere il lavoro delle donne ancora più fragile sono i tempi di lavoro parziali: ciò ha un impatto fiscale (meno tasse pagate) e previdenziale (meno contributi nel corso della vita). In assenza di vere misure di conciliabilità continueremo a perdere lavoratici o a ridurne la capacità lavorativa, rendendo sempre più necessario il ricorso a lavoratori frontalieri.

Per un Ticino con famiglie più resilienti. Famiglie con un solo reddito sono più esposte agli eventi negativi quali divorzio, perdita del lavoro, malattie, infortuni e lutti. Il buco contributivo delle donne lascia le lascia più esposte a condizioni economiche disagiate nella vecchiaia. Sostenere il lavoro femminile con misure che consentono di lavorare dopo la maternità, equivale a ridurre nel tempo la necessità di ricorrere a prestazioni sociali negli anni.