Quest’estate, con altre forze progressiste, abbiamo lanciato una iniziativa per modificare la legge sulle strade, per rendere strade e spazi pubblici più sostenibili, più verdi e blu.
Nell’ingegneria civile da molti anni si parla della necessità di trasformare gli spazi troppo pavimentati in superfici più permeabili e verdi. Tutto ciò per rendere i nostri agglomerati più vivibili di fronte al surriscaldamento climatico e per evitare allagamenti dovuti a piogge estreme. Si tratta quindi di realizzare quello che in gergo viene definito città spugna.
Ci sono già esempi virtuosi come le rinaturazioni dei nostri fiumi, che hanno aumentato la presenza di verde urbano, migliorando il deflusso delle acque in caso di piena. Esse sono diventate luoghi privilegiati dalla popolazione. Il grandissimo successo della Foce del Cassarate a Lugano conferma questa tesi. Questo genere di interventi tarda a realizzarsi laddove sarebbero più necessari, cioè lungo le strade, nelle piazze, nei posteggi e nei nuclei: tutti luoghi pianificati e gestiti dall’ente pubblico. Stanno nascendo delle iniziative spontanee come il progetto “vivai diffusi”, che dimostrano che ingegneri e architetti sanno già come coordinare il verde con le necessità del traffico, delle canalizzazioni e delle altre infrastrutture. Chi opera nel settore conosce bene il tema, ma ha bisogno di un impulso più deciso dalla politica. Perciò è giunto il momento di inserire nella Legge sulle strade il principio della città spugna.
È infatti urgente contenere i danni dovuti a forti eventi piovosi. Le immagini di alluvioni sempre più ricorrenti nel Cantone evidenziano l’incapacità delle canalizzazioni di assorbire eventi estremi. Con interventi semplici e poco costosi secondo i principi della città spugna, come la sostituzione delle selciature con aiuole verdi e materiali filtranti, o con carreggiate pavimentate meno larghe e più superfici permeabili, si aumenta la capacità di assorbimento delle acque piovane. Oltre a risolvere il problema idraulico, si può così promuovere la bellezza del territorio.
L’iniziativa elaborata, da noi presentata, dà poi uno sguardo completo alla sostenibilità, ambientale, sociale ed economica, ad esempio con l’applicazione del Label SNBS 2, promosso dalla Confederazione, già affermato nella progettazione degli edifici. Il nuovo Label dedicato alle infrastrutture, oltre alla città spugna, prescrive pratiche parsimoniose come l’impiego di materiali riciclati. In altri cantoni questo standard è già la regola nell’ingegneria, assieme all’inserimento paesaggistico, alla promozione della biodiversità e alla mitigazione delle isole di calore.
L’iniziativa è quindi un passo importante verso un futuro più sostenibile per i nostri spazi pubblici e gli agglomerati urbanizzati. Adottando le modifiche proposte, il Cantone e i Comuni potranno, con investimenti contenuti, migliorare la qualità di vita della popolazione e contribuire alla protezione dell’ambiente, alla resilienza urbana e all’aumento di biodiversità.
Cristina Zanini Barzaghi, granconsigliera
Foto: vivaidiffusi.ch