Dal Corriere del Ticino del 17 novembre 2021
Ho partecipato alla sessione delle donne gli scorsi 29 e 30 ottobre, la seconda dopo quella tenuta nel 1991. È stato un onore essere presente, con le altre 245 donne elette online di ogni provenienza e stato sociale. Dal Ticino erano presenti una dozzina di delegate (Aida Demaria, Laura Riget, Lavinia Sommaruga, Françoise Gehring, Davina Fitas, Maria Luisa Parodi, Lorena Gianolli, Laura Guscetti, Gina la Mantia, Veronique Arlettaz e Marina Carobbio, la quale ha diretto in parte i lavori assembleari).
Si è trattato di un momento privilegiato per discutere molte rivendicazioni femminili e soprattutto per creare nuovi contatti utili per realizzarle.
I lavori preparatori sono stati impegnativi: 8 commissioni (lavoro e previdenza, salute sessuale e medicina di genere, diritti e violenza, diritti per chi abita in svizzera,cura e volontariato, digitalizzazione, agricoltura, scienza) hanno preparato 23 petizioni, mozioni e postulati. Ho partecipato attivamente ai lavori della commissione della scienza. Il piccolo gruppo ticinese si è pure preparato scrupolosamente presentando diversi emendamenti, parecchi accettati dal plenum.
Le due giornate della sessione in plenum sono state aperte venerdì scorso da una piccola fanfara di donne provenienti da tutta la Svizzera. Siamo poi entrate nella tipica atmosfera di palazzo federale. Dopo qualche titubanza con le regole formali, ci siamo rapidamente adattate. Il lavoro svolto è stato enorme. Tutte le proposte sono state discusse e affinate. Abbiamo avuto i discorsi di quattro consiglieri federali e delle due vicepresidenti delle camere federali. Sono stati numerosi gli applausi e i momenti di gioia comune, soprattutto quando si sono approvate a larga maggioranza richieste che facciamo da decenni: asili nido gratuiti, no all’innalzamento dell’età AVS, più riconoscimento del lavoro di cura, più donne nelle discipline tecnico-scientifiche, più sicurezza sociale per le donne contadine, più giustizia per le donne vittime di violenza, più mezzi per la ricerca di genere, e molto altro. Poi, dopo il voto finale, il corposo pacchetto è stato consegnato alla presidenza delle due camere federali, con la speranza che si possa realizzare almeno una parte delle richieste formulate.
È stato un momento ricco di emozioni, che ha permesso di fare nuove amicizie. Vi è stata tanta solidarietà nei confronti di minoranze che di regola non hanno voce in politica: donne disabili, donne migranti, donne della comunità LGBT+, donne senza formazione professionale. Tutte hanno avuto la possibilità di esprimersi attraverso la bella iniziativa di “microfono aperto” e tutte hanno portato opinioni interessanti.
Come ticinesi siamo rientrate da Berna ricaricate e convinte della necessità di riprendere nelle prossime settimane i vari temi discussi, magari in una sessione delle donne ticinesi!
Ringrazio tantissimo le organizzatrici di Alliance F e delle altre associazioni femminili che hanno lavorato per mesi per realizzare questo momento, che resterà indimenticabile per tutte noi.
Cristina Zanini Barzaghi, municipale PS Lugano
1.11.2021