Possibili sviluppi del commercio locale nel prossimo decennio
Articolo uscito sul Corriere del Ticino del 16 gennaio 2020

La fine di un anno e l’inizio di quello nuovo è caratterizzata da riflessioni su quanto è successo e su come affrontare il futuro. Con l’arrivo del 2020 possiamo dire di essere entrati a pieno titolo nel terzo millennio. Le nuove abitudini dettate dalla rivoluzione digitale e dalle moderne tecnologie si sono ormai consolidate anche per le festività natalizie. Si ricevono meno biglietti di auguri cartacei, si moltiplicano le e-mail e gli acquisti online continuano a crescere a scapito di quelli in negozio. Il Black Friday ha stravolto ulteriormente le consuetudini di acquisto per i regali natalizi.

Dai primi bilanci sembra però che il commercio locale sia riuscito a tenere: probabilmente il contatto umano e la consulenza sono ancora oggi fondamentali. È però certo che non è possibile stare con le mani in mano. Anche nella nostra città le difficoltà nel commercio locale sono note e il problema dei negozi sfitti è ben visibile.
I motivi della crisi odierna sono molteplici, oltre al già menzionato commercio online, c’è la contrazione del reddito disponibile, la concorrenza dei grandi centri commerciali in periferia e in Italia e l’intasamento delle strade d’accesso alla città, dovuto al traffico pendolare, per citarne alcuni. La causa maggiore è probabilmente il ridotto potere d’acquisto di un’importante parte della popolazione che spinge a cercare prodotti a prezzi più convenienti. Dove li trova? Nei grandi magazzini oltre confine e sempre più spesso online: una concorrenza difficile da contrastare. In questo quadro occorre adattarsi alle abitudini e ai desideri della clientela, così da recuperarla almeno in parte.

Nel corso degli scorsi anni, il Municipio ha promosso numerosi incontri con i commercianti e raccolto informazioni su esperienze interessanti in corso altrove.

È ora necessario cercare nuove soluzioni che abbinino economia, socialità, turismo e cultura. Inoltre la digitalizzazione va vista come un mezzo di sviluppo e non un intralcio.
Dall’autunno 2020, con l’apertura del nuovo tunnel ferroviario del Ceneri e il potenziamento del trasporto pubblico, la nostra città sarà ben collegata con il resto del Cantone e sarà più facile spostarsi senza automobile. Si potrebbe cogliere quest’opportunità incoraggiando un abbinamento fra negozi e acquisti online: ad esempio con una piattaforma internet locale che permetta di ordinare la spesa in negozio e di recapitarla o ritirarla al proprio domicilio, come avviene già in altre regioni della Svizzera.

Un’altra misura a corto termine potrebbe essere il progetto Frequenze, che funziona a Chiasso con successo. La cittadina di confine, in accordo con i proprietari, occupa da qualche anno gli spazi sfitti mettendoli a disposizione per attività culturali, artigianali e ricreative, creando nel frattempo posti di lavoro per persone in assistenza. Anche la maggiore sensibilità ecologica deve essere considerata, promuovendo quanto chiesto dalla svolta climatica: più prodotti locali, sia alimentari, sia artigianali. Infine, come fatto ad esempio a Zurigo, occorre pianificare uno sviluppo territoriale con più centri di quartiere, ad esempio regolando le destinazioni d’uso del piano terreno degli edifici, non solo in centro ma anche in altri luoghi della città. Il Municipio ha avviato recentemente l’elaborazione del piano direttore comunale ma ci vorrà del tempo per realizzare nuove visioni.

Solo con una buona dose di creatività da parte di tutti gli interessati sarà possibile ritrovare slancio e guardare avanti con fiducia, tenendo a mente che niente è immutabile e per sempre.

Cristina Zanini Barzaghi, municipale PS Lugano
9 gennaio 2019