Venticinque anni fa, dopo aver seguito una formazione accademica, ho avuto accesso al mondo del lavoro con un salario di 4’000 franchi al mese. Ciò mi ha permesso di crescere professionalmente, di vivere indipendentemente e di formare poi una famiglia.

Spero che ciò possa avvenire anche per i miei figli.

Negli ultimi due decenni il mercato del lavoro si è liberalizzato e la responsabilità sociale di molti datori di lavoro, sia privati sia pubblici, è diminuita. In tanti settori professionali, i salari sono oggi molto più bassi di venticinque anni fa e sempre più spesso anche il personale qualificato non riesce a ottenere salari adeguati alla propria formazione. Il mondo del lavoro non tiene purtroppo più conto del fatto che le lavoratrici e i lavoratori devono poter vivere dignitosamente con il proprio salario. Anche nel campo delle commesse pubbliche non si è immuni dalla tendenza al ribasso a tutti costi, contribuendo al dumping salariale. Sempre più spesso anche persone con formazione di buon livello sono impiegate con un salario inferiore a 4’000 franchi. Evidentemente la situazione è ancora più grave per il personale non qualificato.

È appurato che nel Cantone Ticino si guadagna circa il 20% in meno rispetto al resto della Svizzera. Eppure da noi la spesa nei supermercati e nei negozi, i premi di cassa malati, l’automobile, i trasporti pubblici e l’affitto non sono più convenienti rispetto al resto della Svizzera. Vivere con meno di 4’000 franchi al mese in Ticino significa vivere sulla soglia della povertà e non avere prospettive per il proprio futuro. Questa realtà è sempre più frequente non solo per i giovani, diplomati e non, ma soprattutto per le donne, spesso pagate meno degli uomini. È impressionante l’aumento negli ultimi anni dei casi di persone che devono chiedere l’assistenza nonostante abbiano un lavoro: tutto ciò implica importanti costi per le finanze pubbliche.

Scopo dell’iniziativa sui salari minimi è d’intervenire solo laddove l’economia non agisce in modo responsabile e tocca una minoranza delle nostre aziende. Moltissime imprese, grandi e piccole, rispettano già quanto chiede l’iniziativa. Votare per il salario minimo significa difendere le aziende corrette da una concorrenza sleale e favorire un’economia sana dove non conti solo il profitto immediato ma anche l’interesse generale: l’economia non potrà essere mai vincente se priva di un’etica forte e universalmente condivisa.