La città di Lugano è proprietaria di diversi edifici da reddito, con un centinaio di appartamenti, in gran parte vetusti. Per decenni la città se ne è occupata poco, lasciandoli deperire e ipotizzando perfino di demolirli per realizzarne di più moderni. In questo contesto fu presentata nel 2007 una mozione da Martino Rossi, consigliere comunale del PS, volta a salvare le case del ‘48 in via Trevano dell’arch. Rino Tami. Nel frattempo queste case, assieme ad altre meritevoli, sono state poste sotto tutela attraverso una variante di piano regolatore, accettando di fatto la mozione.
Nel corso dell’ultimo decennio la strategia immobiliare della città è cambiata. Si è compreso infatti che la più efficace promozione dell’alloggio consiste nel mantenere in buono stato la sostanza esistente, con piccole migliorie. Con un investimento di dieci milioni la città sta ora ristrutturando i propri edifici, mantenendo stabili gli affitti e rendendoli più interessanti sul mercato. In poco tempo si è ridotto sensibilmente lo sfitto, che negli ultimi anni ha toccato anche la città. Contemporaneamente a questi interventi, è stato introdotto un nuovo regolamento per l’attribuzione di alloggi alle persone più bisognose. Si tratta di iniziative poco visibili che non hanno prodotto aggravi alle casse comunali, anzi, ma da sole non bastano a colmare la mancanza di appartamenti convenienti e di qualità.
A Lugano gli enti pubblici hanno infatti un influsso trascurabile nel mercato dell’alloggio: rispetto ad oltralpe la quota di proprietà pubblica è molto bassa e tante palazzine vetuste private vengono vendute a fondi immobiliari. Di conseguenza si assiste a sfratti, demolizioni e nuove costruzioni, con un aumento considerevole degli affitti. Lugano è così una delle città dove è più caro abitare in rapporto al livello dei salari.
Ho proposto più volte di costituire una fondazione pubblica analoga alla PWG della città di Zurigo, che esiste dagli anni novanta, la quale acquista vecchie case e le rinnova in modo sobrio, per mantenere nel centro cittadino una buona quota di alloggi, piccoli negozi e aziende. Lugano è dieci volte più piccola di Zurigo e occorre verificare se esiste la massa critica per un’operazione simile. La si potrebbe senz’altro proporre a livello cantonale come misura da inserire nel «piano dell’alloggio cantonale», del quale fino ad ora non abbiamo visto molto. La gestione immobiliare è anche un compito di rilevanza pubblica, perciò il Cantone deve diventare più attivo su questo fronte.
di Cristina Zanini Barzaghi, pubblicato sul periodico del PS Lugano