Salmo svizzero
Il nostro inno è un salmo: una preghiera con parole complesse e difficile da cantare. Il testo è in tre lingue, un unicum come spesso succede alle “cose svizzere”.
È stato introdotto ufficialmente solo nel 1981. Altri inni nazionali hanno musiche molto più pompose: quello inglese, americano, russo e francese sono più orecchiabili.
Alcuni anni fa si è proposto di cambiare le parole così da rendere più facile il canto. Qui trovate il testo. Ma sostituire “Quando bionda aurora il mattin c’indora…” con “Croce bianca: unità, campo rosso: libertà, …” non sembra attecchire. In qualsiasi caso si può essere patriottici anche ascoltando il salmo con commozione senza cantare.

Le marce per banda
In gioventù ho suonato nella banda del mio paese. In ogni festa civile o religiosa non potevamo mancare. Il primo agosto si faceva un piccolo concerto con diverse marce in aggiunta all’immancabile salmo. A Lugano avviene la stessa cosa. Il mattino la posa della corona in Piazza Indipendenza e gli spari dei volontari non sono completi senza la partecipazione della banda di Castagnola. La sera la sfilata delle associazioni sul lungolago e delle autorità è scandita dalle note della Civica Filarmonica di Lugano. Fra le marce più belle vi sono la “Bellinzona”  e la “Gandria” del maestro Mantegazzi. L’attuale maestro della Civica, Franco Cesarini, è un ottimo compositore e ne ha scritte alcune dedicate alla città, la “Lugano” e la “Ceresio” . In youtube non si trovano e si possono solo ascoltare dal vivo.

Le musiche svizzere tradizionali
Secondo me non esistono musiche tipicamente svizzere. Il nostro paese è multiculturale e quindi molte tradizioni si sommano formando la nostra identità. In Svizzera francese si canta il “Ranz des vaches” e “Las haut sur les montagnes”, in Svizzera tedesca è ancora molto praticato lo jodel. In Ticino le canzoni popolari un tempo erano accompagnate dai mandolini. Queste musiche si ascoltano soprattutto il primo d’agosto in quelle strane trasmissioni televisive in cui si unisce il tutto in un calderone quadrilingue per promuovere “l’identité suisse”. Anche se le persone sono sempre in giro con gli auricolari, il canto resiste e anche a Lugano ci sono molti cori con grande seguito. La manifestazione Vicanta con i Cantori delle Cime è una fra le tante occasioni di ascolto. Qui sentite la Montanara.

Arthur Honegger
Il più famoso compositore svizzero di musica classica contemporanea non è vissuto da noi ma in Francia. È noto per la sua “Pacific 231”  ispirata dalla sua passione per i treni.
Pure famoso per essere stato rappresentato sulla banconota da 20 franchi.

Eurovision Song Contest
La “svizzeritudine” musicale passa anche dall’Eurovision Contest. Leggo su Wikipedia che che è nato a Lugano nel 1956, ispirato dal Festival di Sanremo. Ci sono passati gli Abba, Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti, ma in genere la Svizzera non ha mai fatto grandi piazzamenti, a parte Céline Dion nel 1988 con la canzone “Ne partez pas sans moi” scritta da Nella Martinetti. Il livello delle canzoni in genere non è altissimo e i gusti musicali dei diversi paesi non uniformi.
Come a Sanremo spesso si parla più di pettegolezzi e dei vestiti indossati che delle musiche. Per la Svizzera segnalo due esibizioni: quella nel 1977 della Pepe Lienhard Band con “Swiss lady” suonata con il corno delle alpi e l’ottavino  e quella del 2014 di Sebalter con “Hunters of stars” , un po’ irlandese con violino e motivetto fischiettato.

We love swiss music
Questo è il nome di una trasmissione di Rete Tre che ci fa conoscere le novità di musica svizzera. Sebalter, i Gotthard, Andrea Bignasca e molti musicisti locali cantano prevalentemente in inglese. Pochi invece cantano in italiano e in dialetto come Marco Zappa e i Vad Vuc o rappano come i Karma Crew (Cambieremo il mondo). La scena musicale locale è molto vitale e seguita. La musica supera la barriera della parola e aiuta a formare l’identità delle nuove generazioni (swissmusic.ch).

Via da Chiasso
Da qualche anno si festeggia il primo agosto senza frontiere in Piazza Indipendenza a Chiasso. Per me è bello tornare dove ho trascorso i primi anni della mia infanzia, fra treni in manovra e colonne di frontalieri. La canzone dei Vad Vuc “Via da Chiasso” non rende giustizia: nella confusione degli anni settanta e nella tranquillità odierna, Chiasso è molto meglio di quanto si vede nel video.

Buon primo agosto
Cristina