“Prima di essere ingegneri, voi siete uomini”
Questa frase dell’umanista dell’Ottocento Francesco De Sanctis che si trova su una lapide davanti all’auditorio massimo del politecnico di Zurigo, era molto amata da Giovanni Lombardi, il grande ingegnere ticinese scomparso lo scorso anno.
Chi ha seguito il suo operato sa che è stato un luminare in molti campi dell’ingegneria civile, dalle dighe alle gallerie, dall’informatica alla fisica della costruzione, e anche un grande uomo di cultura. Dai suoi scritti sappiamo che le sue visioni per il futuro provenivano da una vasta conoscenza del passato. Giovanni Lombardi, che ha operato nell’immediato dopoguerra, con i suoi progetti ha contributo in modo determinante a trasformare il nostro territorio e a migliorare la vita della popolazione. Lo ha fatto con sensibilità ed è divenuto un punto di riferimento per un’intera generazione di ingegneri ticinesi. Giovanni Lombardi, assieme ad altri maestri del passato come Michelangelo, Brunelleschi, Perronet e Eiffel, ci ha dimostrato che costruire è anche un’attività culturale.
Questo aspetto della sua personalità verrà ricordato dalla Sezione Ticino della Società svizzera degli ingegneri e architetti SIA il prossimo 7 febbraio al LAC di Lugano con un terzo simposio sul valore culturale dell’ingegneria, che quest’anno è dedicato all’energia come forza motrice per la vita. Anche le infrastrutture legate all’energia, come i ponti di Alptransit e l’autostrada ticinese che abbiamo trattato negli scorsi anni, hanno contribuito a trasformare il paesaggio del nostro Cantone e a migliorare la nostra quotidianità.
Questo evento intende prolungare le riflessioni avviate nel 2018, anno europeo del patrimonio culturale, nel corso del quale è stato sottoscritta una specifica carta dedicata all’arte della costruzione (Baukultur) dal consigliere federale Alain Berset.
Nel programma che sarà proposto al LAC di Lugano sono previste conferenze sulla storia degli impianti idroelettrici ticinesi, sull’impatto nel paesaggio e sulle sfide future nel campo delle fonti energetiche rinnovabili.
Oltre a ciò, intendiamo ricordare non solo l’ing. Lombardi per il suo significativo contributo in questo campo, ma anche dare spazio anche ad altre figure meno conosciute, ingegneri, impresari e maestranze con diverse specializzazioni. Le loro storie trovano purtroppo poco posto nella ricerca storica e speriamo quindi di sollevare interesse in merito così da attivare la raccolta di testimonianze e di archivi, che rischiano di andare persi.
Anche quest’anno desideriamo quindi nuovamente sensibilizzare alla necessità di un giusto equilibrio fra costruzioni e paesaggio. La realizzazione o conservazione del costruito deve essere pianificata dagli addetti ai lavori in modo interdisciplinare e anche con un approccio umanistico e culturale. L’ingegneria deve saper dialogare con l’architettura del paesaggio, l’urbanistica e anche con la storia e l’economia.
Cristina Zanini Barzaghi, ingegnera civile dipl. ETH SIA
membro di comitato della Società svizzera per l’arte dell’ingegneria
- Articolo apparso sul Corriere del Ticino