Tutto dovrebbe essere reso il più semplice possibile, ma non più semplice.

Il mio professore al Politecnico di Zurigo Christian Menn spiegava, con questa frase di Albert Einstein, che i ponti devono essere progettati ricercando un equilibrio ottimale fra funzionalità, estetica ed economicità. Purtroppo questo principio non sembra essere stato considerato nel progetto di risanamento della galleria autostradale del San Gottardo.

In un articolo apparso in dicembre, Menn afferma che se l’USTRA (Ufficio federale delle strade) intende riservarsi la possibilità in futuro di ampliare la capacità della galleria su quattro corsie, allora una seconda galleria avrebbe senso; se invece si vuole rispettare l’iniziativa delle Alpi, il raddoppio è inutile e costosissimo.

“Il più semplice possibile, ma non più semplice”: se si analizzano alcune cifre, si capisce che questo principio non è stato applicato dall’USTRA per scegliere il metodo di risanamento della galleria autostradale del Gottardo. Giornalmente la galleria del San Gottardo è attraversata in media da 2’500 mezzi pesanti e da 15’000 automobili. Nei bollettini del traffico dell’USTRA sono annunciate anche colonne inesistenti, com’è facilmente constatabile consultando la webcam disponibile. Nella realtà ci sono colonne importanti sono in alcuni giorni dell’anno in occasione delle ferie estive, a Pasqua, Pentecoste e qualche altro fine settimana.

Se si confronta con i dati del traffico del Sottoceneri, si tratta di poca cosa.
A Grancia, sull’autostrada A2 ogni giorno, il mattino e la sera, transitano più di 66’000 veicoli: quattro volte rispetto alla galleria del San Gottardo. Sul lungolago di Lugano gli abitanti e i turisti sopportano più di 30’000 transiti al giorno: due volte rispetto alla galleria del San Gottardo. In stazione a Lugano circa 25’000 automobili attraversano la città: 1,5 volte rispetto alla galleria del San Gottardo. Costruire una seconda galleria per risanare il tunnel del San Gottardo è una soluzione sovradimensionata. Risulta difficile definire questa variante come un risanamento, perché in realtà si tratta di una nuova costruzione.

È quindi un’illusione pensare che, nel caso di una seconda galleria, non ci sarà un aumento di traffico in Ticino, soprattutto nel Sottoceneri. E l’USTRA lo sa. Infatti sta già progettando l’ampliamento a tre corsie dell’autostrada da Lugano a Chiasso nel 2030.
La maggioranza della popolazione ticinese, pesantemente provata dall’inquinamento dell’aria e dagli intasamenti perenni sulle strade, ha già votato più volte contro il traffico di transito su strada attraverso le Alpi. Perciò non solo il partito socialista e i verdi, ma anche numerosi politici dei partiti borghesi, come i sindaci di Mendrisio e Chiasso, si sono espressi pubblicamente contro il raddoppio.

Per quanto riguarda la sicurezza, un tunnel con due canne separate sarebbe pronto fra vent’anni, mentre misure quali il trasferimento del traffico pesante su rotaia o correttivi tecnici legati al risanamento e sui veicoli sono realizzabili in minor tempo.

Il nostro Cantone fa da ponte culturale fra Italia e Svizzera e l’economia ticinese si è notevolmente sviluppata grazie dall’apertura nell’ottocento della ferrovia del San Gottardo, sfruttando la nostra posizione fra Zurigo e Milano. Se vogliamo rafforzare questa posizione privilegiata, dobbiamo creare un asse di transito moderno e rispettoso dell’ambiente. Con Alptransit lo potremmo avere presto. La galleria di base ferroviaria di Alptransit entrerà in funzione nel dicembre 2016 e la galleria del Ceneri nel 2020. In modo poco lungimirante il Consiglio Federale ha purtroppo deciso di non completare il nuovo asse ferroviario ad alta velocità fino a Milano, rimandandolo al 2050. E sempre la Confederazione ha previsto poche sovvenzioni per migliorare la rete di tram e bus nel Sottoceneri e in particolare nell’agglomerato Luganese.

Sono convinta che i miei colleghi ingegneri saranno in grado di elaborare delle soluzioni di risanamento della galleria meno costose e comunque valide. Votando no al raddoppio al San Gottardo potremo utilizzare i soldi risparmiati per proseguire con Alptransit verso sud e per rafforzare i trasporti pubblici locali.