Saluto di Cristina Zanini Barzaghi
Municipale di Lugano, dicastero Immobili, ing. civ. dipl. ETH SIA
Biennale svizzera del territorio i2a – 3 ottobre 2020

Ci sono opere del passato, certe chiese, certi palazzi, che oggi sono utilizzate in modo diverso, sono sopravvissute pur cambiando la loro funzione: ancora oggi le usiamo, le frequentiamo. Questo succede perché ciò che è rimasto non è l’utilità che avevano all’epoca, ma è la bellezza; la bellezza e la poesia sono sopravvissute al tempo.
(Oscar Niemeyer)

Sono lieta di aprire questa mattinata dedicata al tema degli “spazi di transizione”. Visto il titolo di questa biennale “Riuso: pensare la continuità dei territori”, immagino che si intendono come “spazi di transizione” quei luoghi, sia interni che esterni, senza una funzione specifica, che si possono trasformare nel tempo. Di questi spazi ne abbiamo molti anche a Lugano e sono convinta che abbiamo molte opportunità di migliorarli e di rivitalizzare la città, dando maggiore attenzione agli abitanti e all’ambiente.

Eccone alcuni:

  • La Foce del fiume Cassarate: da problema idraulico è ora divenuta luogo di aggregazione.
  • Via della Posta e piazza Manzoni con arredo provvisorio e orto dimostrativo, ora è in corso sistemazione definitiva.
  • Ex Macello: da stabile industriale-agricolo a luogo semidismesso con autogestione giovanile, è in corso un concorso per creare un centro culturale-ricreativo
  • Via Lambertenghi: è prevista un’edificazione con alloggio accessibile, la rimessa esistente con una bella vecchia carpenteria potrebbe essere riutilizzata altrove dando una nuova funzione
  • Ex PTT Viganello: 20000 mq ex deposito per bus, oggi con depositi vari. Ora si immagina un nuovo quartiere 2000 Watt. Ci sono discussioni sul riuso o meno degli edifici e sulla possibilità di inserire una foresta urbana
  • Piazza Molino Nuovo: luogo amato ma fortemente compromesso dal traffico e dai posteggi. Si avvierà presto un mandato di studio parallelo, con l’intenzione di aggiornare la pianificazione dell’area, con la partecipazione di cittadini e proprietari interessati. Cosa si farà con la fontana-sombrero di Tita Carloni?

Dalla mia esperienza politica, risulta che ci si può muovere in due modi:

  • da un lato in modo più convenzionale con concorsi di progetto a cui segue una fase di discussione e poi si passa alla realizzazione
  • dall’altro prende sempre più piede la scelta di prevedere degli utilizzi provvisori, per sondare il riscontro effettivo.

Entrambi con pregi e difetti. Nelle diverse relazioni della biennale, molti relatori hanno portato esempi qualificati che lo dimostrano. In qualsiasi caso, se la politica lavora bene con voi professionisti, anche a Lugano la bellezza e la poesia potrà restare di casa.