A cinquant’anni dalla concessione del diritto di voto, la condizione femminile ha fatto molti passi avanti. Oggi moltissime donne accedono ad una formazione accademica, sono maggioritarie nelle facoltà di medicina, farmacia, diritto e architettura e si incontrano sempre più spesso anche in settori considerati meno accessibili come scienza, ingegneria ed economia.

Di pari passo, è aumentata la presenza di professioniste ben qualificate in ogni ambito lavorativo, ma pur dimostrando capacità equiparabili a quelle degli uomini, non ci sono progressi equivalenti in ambito professionale e sociale. Il cambiamento di mentalità è lento. Ancora oggi gran parte dei compiti domestici non retribuiti resta affidato alle donne e conciliare famiglia e lavoro è difficile e porta a rinunciare ad avere figli, per non affrontare le difficoltà che ciò comporta. La bassa natalità che ne deriva è un tema che non può essere trascurato dalla politica, perché una società con pochi bambini non ha futuro.

L’impegno a favore della conciliazione famiglia-lavoro richiede perciò azioni, che possono essere realizzate anche a livello comunale. A Lugano si sta lavorando in questa direzione da molti anni. La proposta di avere mense e doposcuola per tutti gli allievi è stata approvata nel 2013 dal Consiglio comunale. Ora, con la nuova mensa di Viganello in costruzione e le mense già inserite nei progetti scolastici a Sonvico e Cadro, si concretizza in modo generalizzato un servizio molto richiesto e apprezzato dalla popolazione.
In più, se consideriamo che oggi non si può restare a lungo lontano dal mondo del lavoro, dobbiamo dedicare attenzione anche alla prima infanzia. Si stanno realizzando dei nuovi asili nido a Pregassona e a Viganello, ma bisogna pianificarne degli altri, per coprire le carenze di offerta segnalate dalle famiglie. L’emergenza del coronavirus ha evidenziato che l’accudimento è importante, tanto quanto la scuola. Se riusciremo come città a creare nuove strutture coordinando socialità ed educazione, potremo rendere la città più attrattiva per le famiglie.

Nel contempo occorre accompagnare il cambiamento culturale in corso. Le giovani generazioni devono poter scegliere una distribuzione diversa dei lavori di casa. I giovani padri potrebbero essere più partecipi. Auspico che il popolo svizzero, il prossimo 27 settembre, scelga di accettare il congedo paternità di due settimane (www.congedo-paternita.ch). Non sarà una rivoluzione: ad esempio a Lugano i dipendenti comunali possono già usufruire di questa possibilità, grazie al regolamento organico dei dipendenti comunali, approvato negli scorsi anni dal Consiglio comunale. Esso è uno dei passi necessari verso una condivisione più equa degli impegni famigliari fra uomo e donna, sin dalla nascita dei figli.

Cristina Zanini Barzaghi, municipale PS Lugano (apparso sul CdT)