La dichiarazione di Cristina Zanini al Corriere del Ticino a proposito della grande e pacifica manifestazione per l’autogestione che si è tenuta sabato 14 settembre a Lugano.

La manifestazione di sabato ci ha permesso di capire che c’è una parte della città a favore di uno spazio di cultura più libera e meno regolamentata. Nonostante la riuscita del corteo, nella pratica non cambierà molto se non si troverà una via per comunicare con gli autogestiti.

In qualche modo bisognerà aprire un dialogo e io penso che l’apertura debba partire dal Municipio, anche se è chiaro che ora la politica ha deciso per un ex Macello senza autogestione e la situazione non è semplice. Ma le decisioni non sono scolpite nella pietra e abbiamo davanti parecchi anni ancora per intavolare una discussione. Il concorso per la riqualifica dell’area partirà entro la fine dell’anno, e lo spazio prevede molti contenuti differenti tra loro e difficilmente gestibili da una sola entità. Quindi una soluzione potrebbe essere affidare la gestione di uno di questi spazi, come ad esempio un caffè letterario, agli autogestiti.

Se ci fosse voglia di comunicare e partecipare, visto che in fondo alcuni contenuti previsti non sono dissimili da quanto oggi offre il Molino, sarebbe possibile trovare una forma di convivenza all’ex Macello. Mentre se l’autogestione dovesse rivendicare uno spazio dedicato senza interazioni con altre realtà, allora bisognerà trovare un’altra soluzione. In ogni caso, è presto per decidere perché ad oggi manca ancora il progetto: una volta che ci sarà un progetto scelto fra diverse proposte elaborate dagli architetti si potrà tornare a discutere anche di autogestione. Nel frattempo auspico che i “molinari” facciano una riflessione su come muoversi per avere maggiore ascolto. Ma, ripeto, c’è tempo: da qui al cantiere passeranno cinque, sei anni. La disdetta della convenzione del 2002? Ora sarebbe prematura: solo quando ci sarà l’approvazione di un progetto chiaro per il comparto e si sarà appurato che non esiste alcuna possibilità di dialogo, si potrà tornare a discuterne.

Sulle forze di polizia: “Capisco la preoccupazione di tutelare le altre manifestazioni in città, ma l’apparato di polizia mi è sembrato un po’ sovradimensionato, hanno dato troppo peso a una manifestazione che fin dall’inizio si è proposta come pacifica. Non mi sembra che quando in città arrivano i tifosi di calcio o hockey, magari anche violenti, vengano messe in campo forze del genere”.