La campagna per il sì all’iniziativa dell’UDC detta “contro i giudici stranieri e per l’autodeterminazione” chiama in causa il consigliere federale Giuseppe Motta, con una sua frase risalente al 1939. Torniamo così ai tempi cupi, quando la Svizzera, attorniata dalle dittature, doveva prepararsi all’arrivo imminente della seconda guerra mondiale. La memoria storica sbiadita e offuscata dal tempo permette a questo tipo di propaganda di attecchire. Ma oggi non viviamo più attorniati da regimi totalitari e la situazione internazionale non è paragonabile ad allora.

Questa iniziativa troverebbe applicazione principalmente nel contrastare i giudizi del tribunale internazionale dei diritti umani, che hanno avuto effetti positivi anche per la Svizzera.

Per spiegare, riprendo le parole del 1969 di Emilie Lieberherr, Consigliera agli Stati e Municipale a Zurigo, in merito al diritto di voto alle donne: “La Svizzera non è credibile come paese democratico fintanto che non potrà sottoscrivere la convenzione internazionale per i diritti umani a causa del rifiuto di concessione del diritto di voto alle donne.” Il voto alle donne venne introdotto in Svizzera nel 1971, con una votazione popolare, e solo in seguito il nostro Paese ha potuto aderire alla citata convenzione.

Nel caso in cui dovesse essere accettata l’iniziativa UDC il 25 novembre, non potremo più dichiarare come incostituzionali le iniziative popolari contrarie a questi principi.

Situati in mezzo all’Europa e aperti agli scambi con tutto il mondo, non possiamo ignorare il diritto internazionale e queste regole comuni vanno a vantaggio soprattutto di paesi piccoli come il nostro. Nel contempo l’ indipendenza dall’Unione europea già oggi garantisce la nostra autodeterminazione: facciamo accordi bilaterali o multilaterali, anche difficili, ma solo se li vuole il popolo. La neutrale Svizzera ha sempre interagito in modo costruttivo con la politica internazionale. Riuscirà a farlo anche in futuro con successo, non con il rifiuto di presunti giudici stranieri, ma piuttosto con la richiesta di dare più attenzione alla protezione dell’ambiente e al benessere generale, attraverso una ridistribuzione equa della ricchezza, e un sistema sociale solido. L’iniziativa dell’UDC sulla quale dobbiamo votare il prossimo 25 novembre non porterà cambiamenti positivi in nessun senso. Per questo va respinta.

Cristina Zanini Barzaghi, municipale PS Lugano
28 ottobre 2018