Sono onorata di essere presente nella pubblicazione sull’ingegneria svizzera anni 2015-2016. Il mio collega ing. Giancarlo Ré ha scritto un bell’articolo oggi sul Corriere del Ticino
Opere di ingegneria svizzera: molti fatti, poche parole – di Giancarlo Ré
Recenzione di “Opere di ingegneria svizzera 2015/2016”
Espazium, edizioni per la cultura della costruzione, Zurigo (buch&espazium.ch)
La SIA (Società svizzera ingegneri ed architetti) e l’USIC (Unione svizzera degli ingegneri consulenti) hanno pubblicato un volume nel quale illustrano alcuni significativi progetti realizzati nel biennio 2015/2016 da ingegneri svizzeri.
Il successo della prima edizione, come scrive su «Archi» n.4/2017 la direttrice di TEC21 Judit Solt, ha indotto i responsabili a proporne una seconda che uscirà nel novembre 2018 e verrà dedicata alle opere del biennio 2017/2018. Nella prefazione al primo numero dedicato al biennio 2015/2016 le responsabili dell’edizione, Judit Solt e Clementine Hagner-van Rooden, ammettono che sarebbe pretestuoso pretendere di fornire una panoramica completa delle opere di ingegneria realizzate nel biennio citato e si augurano almeno di rendere evidente l’affascinante pluralità dell’ingegneria. Il volume riccamente illustrato e con didascalie in tedesco, francese e italiano, ricorda che gli ingegneri svizzeri fanno grandi cose ma generalmente non amano parlarne in pubblico. La considerazione di cui godono non è dunque proporzionata alle conquiste che la società deve loro. Il volume mette in evidenza che quello dell’ingegnere è un lavoro di squadra che coinvolge specialisti di diversi settori della costruzione. L’ingegnere deve infatti lavorare a stretto contatto con l’architetto, il geologo, gli specialisti della scienza dei materiali, i direttori dei lavori ecc. L’ingegnere riunisce le competenze di diverse discipline e contribuisce in maniera determinante alla cultura della costruzione che, in Svizzera, ha una lunga tradizione. A tale proposito è sufficiente pensare al contributo portato a questa scienza da personalità come il generale Henri Dufour, i fratelli Grubenmann, Othmar Ammann, Robert Maillart, Karl Culmann, Roberto Ritter o, per venire ai tempi attuali, Giovanni Lombardi e Christian Menn. Il volume edito da Espazium illustra 25 progetti di cui tre realizzati in Ticino. Si tratta della passerella pedonale al ponte diga di Melide (progetto degli ingegneri Pedrazzini e Guidotti di Lugano e degli architetti Baserga Mozzetti di Minusio presentato quale omaggio a Rino Tami), della galleria ferroviaria di base del San Gottardo (definita opera del secolo) e della centrale di esercizio delle FFS a Pollegio (Periscopio) progettata dall’ing. Cristina Zanini Barzaghi dello studio Borlini e Zanini di Pambio Noranco e dall’arch. Donatella Fioretti dello studio Fioretti-Marquez di Lugano con direzione lavori dell’ing. Rolando Spadea di Lugano. A mio modo di vedere l’iniziativa della SIA e dell’USIC è opportuna anche per rendere attrattive le professioni dell’ingegneria nei confronti delle giovani generazioni. È noto infatti che le facoltà di ingegneria attraggono meno studenti di quanti sarebbero necessari alla nostra economia. Il fenomeno tocca i due Politecnici federali di Zurigo e Losanna e le 7 SUP svizzere perché i giovani preferiscono scegliere altre facoltà. Da tempo la SIA, l’Accademia delle scienze tecniche e le stesse scuole danno vita ad iniziative volte a colmare questa lacuna. In particolare si vogliono rendere attente le ragazze nei confronti di professioni considerate, a torto, poco femminili. L’iniziativa può contribuire ad aumentare l’interesse delle giovani generazioni nei confronti dell’ingegneria.