Il Consigliere di Stato Claudio Zali ha più volte affermato che «La mobilità è il problema numero uno». È vero e qualcosa bisogna fare.

apparso su Corriere del Ticino 5 agosto 2015

Con il credito approvato di misura in Consiglio comunale a Lugano, concernente gli investimenti per la mobilità del Piano d’agglomerato del Luganese, il cosiddetto PAL 2, non risolviamo il problema. Basti pensare che si prevede di assorbire un aumento del traffico motorizzato del 20% nei prossimi cinque anni. Vista la situazione, già oggi molto critica, ingorghi permanenti sono annunciati. Occorre ridurre e non aumentare il traffico automobilistico, ad esempio con una politica dei posteggi più restrittiva e prevedendo abitazioni a pigione moderata e aziende dove vi è una buona offerta di trasporti pubblici. Il PAL 2 invece si limita a garantire il finanziamento per molte opere, anche quelle fortemente criticate e non sovvenzionate dalla Confederazione. Per la sola Città di Lugano si prevede un impegno di 102 milioni, cinque l’anno, che per vent’anni toglieranno spazio nel piano degli investimenti. Lugano non avrebbe problemi a spenderli in modo migliore, ad esempio per aree verdi di svago, alloggi a pigione moderata, piste ciclabili, moderazioni del traffico, acquedotti, scuole, case per anziani, oppure risparmiando per migliorare le finanze comunali. Del piano non tutto è da scartare: sono previsti dei progetti prioritari e sufficientemente maturi, come la sistemazione stradale a Cornaredo e la prima tappa della nuova rete tram. Ma la regione attende alternative efficienti all’utilizzo dell’automobile e non s’intravvede la chiara intenzione di creare in tempi brevi una rete di tram completa e ben coordinata con ferrovia e bus. Queste mie osservazioni sono note da tempo sia al Municipio, sia alla Commissione regionale dei trasporti (CRTL). Ora i voti contrari al PAL 2 di diversi Comuni dimostrano che sono in molti a pensare che i problemi di mobilità si risolvono con una nuova visione territoriale. Il partito socialista, i verdi e diverse organizzazioni ambientaliste hanno lanciato il referendum contro il credito votato a Lugano e la raccolta delle firme è in corso. Inoltre la CRTL recentemente ha avviato l’elaborazione di un nuovo piano d’agglomerato, il PAL 3, che affronta seriamente i temi territoriali e che offre la possibilità di correggere a posteriori le pecche del PAL 2. Con il referendum è quindi possibile lanciare un messaggio chiaro a Cantone e CRTL: prima di impegnarsi a spendere tanti soldi a scatola chiusa bisogna definire le giuste priorità. Con apertura al dialogo, capacità di ascolto e partecipazione si potrà completare il lavoro in tempi non troppo lunghi.