Sarà anche corta, ma tra le questioni finanziarie e i vari dossier, per i municipali questa legislatura non è «light». Sopattutto per chi deve conciliarla con la propria professione, come Cristina Zanini Barzaghi, che ultimamente ha dovuto anche fronteggiare qualche polemica, in particolare sul taglio di alberi e sui contenitori interrati fuori dalla Chiesa di Santa Maria degli Angioli. Lei risponde per le rime e fa il punto sui temi più dibattuti, fra cui l’aeroporto. La incontriamo all’ex deposito dei bus in via Guisan a Viganello, il terreno su cui lo scorso Municipio voleva costruire la sede del Dicastero Servizi Urbani, DSU, alla quale poi ha dovuto rinunciare per le proteste degli abitanti e i costi.
Corriere del Ticino 27 marzo 2014
Signora Zanini Barzaghi, cominciamo dall’ex deposito di Viganello: quale sarà il suo futuro?
«È ancora tutto aperto. Una delle ipotesi è inserire alcuni contenuti del DSU, senza i mezzi pesanti. Oppure altri spazi necessari alla Città, come i depositi per le attività culturali. Per una parte dell’area si potrebbe anche pensare ad alloggi a pigione moderata».
Alcuni vorrebbero venderlo come zona edificabile.
«Credo si possano valutare dei contenuti misti, ma non dovrà essere una colata di cemento. Si dovrebbe rispetta- re l’impostazione di quello che c’è oggi: anche se un po’ dismessi, questi stabili sono stati progettati da Rino Tami e possono essere valorizzati. Inoltre la zona è interessante perché vicina alle scuole, alla casa anziani e al verde. Prevedere attività rumorose non è auspicabile».
Nuovo Quartiere Cornaredo: quando si passerà dalla «carta» ai «mattoni»? «La pianificazione è la cosa più importante. Stiamo mettendo assieme i vari pezzi di un «puzzle» importante: le strade, il trasferimento della sede del DSU e dello stand di tiro, il nuovo stadio, il pratone, gli investimenti privati. Sono tutti temi articolati e concatenati. La fase della carta durerà ancora qualche anno».
Andiamo a Campo Marzio: in funzione del progetto del polo congressuale-alberghiero, il Municipio ha promosso uno studio sul potenziale congressuale di Lugano. Ce n’era bisogno?
«Sì, dalla presentazione fatta al nuovo Municipio è risultato che il concorso ha fatto emergere scenari variegati con parametri non univoci: c’è chi propone molta residenza e chi punta di più sull’alberghiero… Non è facile sapere in che direzione andare, così abbiamo deciso di approfondire meglio le esigenze del turismo e non lasciar decidere agli investitori cosa è meglio per Lugano». Da consigliera comunale si è battuta per il verde e ora viene attaccata per la gestione degli alberi in città. Come ci si sente?
«È normale, in politica si è spesso attaccati, qui però i toni si sono alzati parecchio. Si accusa la Città di tagliare anche alberi che in realtà vengono rimossi dai proprietari per ragioni di comodo e senza interpellarci».
Furto di legname?
«No, probabilmente danno a fastidio a qualche operatore di cantiere, o forse a chi vuole posteggiare più comodamente. Comunque piantiamo sempre nuovi alberi e se ne parla poco. Negli ultimi anni è stato avviato un grandissimo lavoro di rinnovo e il saldo fra piante nuove e piante sostituite perché vec- chie o malate, nel complesso, è positivo. Desideriamo che gli alberi possano crescere in modo sano e per questo dobbiamo prevedere una maggiore spaziatura, perciò non è necessariamente giusto sostituire gli alberi malati con il medesimo numero. Comunque mi piacerebbe vedere più alberature nelle piazze del centro, ad esempio in piazza Manzoni o piazza Rezzonico».
In piazza Rezzonico quando toglierete i posteggi?
«Sarebbe bello».
Lo avevate deciso.
«Sì, lo aveva deciso il Municipio la scorsa legislatura. Mi piacerebbe che questa decisione sia realizzata prima o poi». Questione dei WC pubblici: prima ne avete chiusi la metà, poi dopo le pole- miche ne avete riaperti alcuni. Non è un segno d’insicurezza?
«Questo è ciò che si vede dall’esterno. Operativamente avevamo dei contratti con delle ditte con scadenza a fine anno, e per realizzare le misure di risparmio siamo stati costretti a fare un’analisi in poco tempo. Abbiamo chiuso solo i servizi frequentati sporadicamente. È vero che ci sono state molte polemiche, ma concretamente poche persone ci hanno segnalato il bisogno effettivo. In base alle segnalazioni abbiamo trovato celermente soluzioni soddisfacenti in collaborazione con il servizio cimiteri e le TPL, ma abbiamo avuto anche persone che si sono offerte volontarie per questo compito, che vorrei ringraziare per la disponibilità».
I contenitori interrati dei rifiuti fuori dalla Chiesa di Santa Maria degli An- gioli, bene culturale d’interesse cantonale, verranno spostati?
«No, è una delle tante problematiche che non era stata risolta nella vecchia legislatura. Delle molte possibili ubicazioni, non ce n’era una che andasse bene. Le esigenze erano numerose ed è giusto ascoltare tutti: i commercianti, gli alberghi, i privati, la parrocchia, la TPL. Perciò abbiamo deciso di lasciarli nello stesso luogo integrandoli nella nuova pavimentazione, migliorando l’impatto estetico. Il fabbisogno in questo luogo è importante e anche il DSU ha le proprie esigenze per poter tenere la città pulita e ordinata».
Perché lei é scettica sull’aeroporto?
«Sono sempre più convinta che sia un malato terminale. Parecchi ritengono sia un servizio pubblico essenziale, io penso invece che sia più importante e anche meno costoso offrire trasporti pubblici più capillari sul territorio. Abbiamo diverse zone della città che non sono servite in modo soddisfacente».
I nuovi quartieri sono sfortunati: sono arrivati nel momento finanziario peggiore…
«Adesso non è facile promuovere qualsiasi investimento, sia nel centro sia in periferia. Ma c’è da chiedersi in quanto empo sarebbero stati realizzati senza le aggregazioni. Comunque è giusto che a Città non se ne dimentichi, quindi acciamo delle analisi globali: in Val Colla stiamo pensando ad un nuovo ecocentro, a livello scolastico stiamo analizzando le esigenze di Cadro e Sonvico, a Carona stiamo completando la pavimentazione del nucleo. Abbiamo poi parecchi progetti di autosili che vogliamo analizzare meglio, cercando di metterli in relazione con l’offerta di mezzi pubblici. Una riflessione sul contenimento della mobilità privata va fatta anche nel nostro piccolo. Tempo fa avevo proposto il buxi, un sistema semplice e che permetterebbe anche di creare posti di lavoro».
Tornando alle finanze, la Lega una volta propose di aumentare il contributo per il rilascio delle licenze edilizie.
«Più che una tassa sulle licenze sarebbe interessante introdurre una tassa sulle demolizioni per promuovere il rinnovo al posto dell’abbattimento. Ma i valori immobiliari a Lugano sono talmente esplosi… mi chiedo che tassa dovremmo fissare per raggiungere lo scopo».
A volte però i proprietari non hanno scelta. Se un edificio sta crollando, è giusto penalizzarli?
«È un tema difficile, non si dovrebbe aspettare che gli edifici crollino prima di intervenire. Ci vorrebbe una maggiore sensibilizzazione dei proprietari sulle disdette speculative (immobiliaristi che comprano palazzi, danno le disdette agli inquilini, rinnovano e poi affittano o vendono, n.d.r.). Le persone che sono confrontate con questo dovrebbero informarci e come Municipio, magari, potremmo provare ad avviare delle trattative. E poi ci sono anche investitori interessati ad acquistare stabili per realizzare appartamenti a pigione moderata, non tutti sono speculatori.».
Come municipale, che voto si dà?
«Mi sto impegnando tantissimo, non pensavo fosse così dura. Per il riscontro di ciò che propongo con i miei colleghi e collaboratori, mi darei un giudizio abbastanza soddisfacente».
Prossime elezioni: può darci una percentuale sulla sua ricandidatura? «Per dare il meglio come municipale occorre più di una legislatura, quindi direi che una mia ricandidatura è molto probabile».