Ho partecipato come relatrice al convegno ASPAN di Ascona con la presentazione dell’asse verde di Lugano “Riqualifica del fiume Cassarate: spazi liberi per la nuova Lugano” che vi riporto sotto in versione ridotta.

Nel corso degli ultimi decenni vi sono stati interessanti sviluppi in diversi ambiti delle scienze legate al territorio. Da un lato nell’ingegneria fluviale si è constatato che la rivitalizzazione con tecniche naturalistiche è più efficace rispetto all’incanalamento classico dei corsi d’acqua. D’altro canto l’esigenza di permettere maggiori insediamenti nelle città obbliga enti pubblici e anche i privati a riflettere su come valorizzare gli spazi liberi presenti fra le costruzioni. La Confederazione da qualche anno ormai, attraverso l’ARE da un lato e l’UFAM dall’altro, promuove lo sviluppo di nuovi progetti che vanno nella direzione di creare spazi liberi di qualità, unendo la natura alla costruzione. In questo solco si inserisce anche la riqualifica del fiume Cassarate iniziata negli scorsi anni a Lugano.
Secondo la Confederazione, per avere successo, il progetto degli spazi liberi deve garantire:
• pianificazione di qualità con coinvolgimento della popolazione.
• accesso facile, a piedi e con bici, e buoni allacciamenti ai trasporti pubblici.
• misure di sicurezza e salvaguardia degli habitat naturali dall’afflusso di visitatori.
• coordinazione delle esigenze legate alla costruzione, trasporti, agricoltura e
selvicoltura, ma anche alla protezione della natura e del paesaggio e alla promozione
della salute pubblica, dell’esercizio fisico e dello sport.
• salvaguardia e creazione di spazi interconnessi per una maggiore qualità di vita e
biodiversità.
La rinaturazione del tratto urbano del fiume Cassarate, quale nuovo asse verde cittadino, unificatore per la nuova città, mostra come Lugano ha iniziato a concretizzare questi concetti e con quali prospettive intende proseguire. Le prime realizzazioni hanno evidenziato come le dinamiche politiche e sociali siano da considerare con attenzione, al pari degli aspetti urbanistici e ingegneristico.

Lugano: città di lago e di fiume
Lugano, come molte altre città, ha un forte legame con l’acqua.
La presenza del lago è sempre stata importante nella sua storia. In tempi più antichi esso ha avuto un importante ruolo quale via di trasporto e risorsa alimentare con la pesca. A partire dall’Ottocento, con l’arrivo della ferrovia e lo sviluppo del turismo e della piazza finanziaria, la città è divenuta un’entità urbana e il paesaggio luganese sul lago è stato valorizzato secondo il carattere dell’epoca con viali alberati, parchi pubblici e giardini pregevoli con essenze esotiche (villa Favorita, Villa Helleneum).
Il fiume Cassarate che scorreva ai margini della vecchia città ha diviso per molto tempo la città dagli altri comuni e dall’entroterra rurale.
La forza del fiume era un tempo sfruttata da mulini, segherie e altri artigiani, disposti lungo il suo corso o lungo le rogge a Viganello e a Molino, ormai scomparse dal tessuto urbano. Le alluvioni e i suoi danni si manifestano ieri e oggi a scadenze regolari. Il dissesto idrogeologico causato dagli importanti dissodamenti dei boschi della val Colla dell’Ottocento, e il contemporaneo incanalamento del fiume in città a causa del forte sviluppo edilizio hanno accentuato sempre più il pericolo in caso di piena (manifestandosi in modo particolarmente grave nel 1896, 1951 e 2002).
Oggi i quasi cento anni di opere di premunizione e di rimboschimento in val Colla promosse prevalentemente da Cantone, Confederazione con Consorzio Valli del Cassarate, Comuni e Patriziati hanno permesso di recuperare la funzione protettiva del bosco montano e di intraprendere una gestione più consapevole.
Per la parte a valle del fiume, che si trova oggi in contesto quasi completamente urbano, invece una presa di coscienza del potenziale delle tecniche di protezione con elementi naturali è avvenuta solo nell’ultimo decennio.
Con le diverse aggregazioni, il fiume Cassarate è ora divenuto un asse paesaggistico portante per la città. Il fiume scorre sul territorio della città dalle sorgenti al san Lucio alla Foce nel lago Ceresio.
Lugano è divenuta quindi una città di fiume e di lago con due assi legati all’acqua che si congiungono alla Foce.
La consapevolezza della potenzialità delle nuove tecniche naturalistiche e la possibilità di dare un respiro più regionale alla pianificazione comunale hanno fatto da sfondo alla nascita del concetto di asse verde del Cassarate.
Il concorso intercomunale per la pianificazione urbanistica del nuovo quartiere Cornaredo nel 2005 ha proposto un pensiero allargato sul ruolo dell’asse fluviale nel contesto cittadino: il termine parco fluviale o asse verde è nato in tale occasione.
Dalla relazione del progetto vincitore del team dell’arch. Andreas Kipar: “ il fiume oggi racchiuso e compresso riconquista la città e la città si riaffaccia piacevolmente sul fiume… Il meandro verde del nuovo quartiere di Cornaredo si configura come un primo segmento del telaio paesaggistico ed ecologico, incrementabile nel tempo, che delinea un rapporto nuovo e forte con la geografia ambientale del territorio e con il suo lago.”.
Il concorso d’ingegneria e paesaggistica alla Foce del Cassarate nel 2004 aveva come principali obiettivi di migliorare sia la sicurezza idraulica sia la relazione naturale fra parco Ciani e fiume.
Questi due concorsi quasi contemporanei hanno evidenziato la forza paesaggistica del fiume quale nuovo spazio libero di qualità.
Con essi è stato legittimato il fatto che il fiume Cassarate, che per 300 giorni all’anno è un piccolo torrente, può diventare uno spazio naturale di interazione tra l’acqua e i cittadini, e che è possibile creare una passeggiata pedonale e ciclabile dalla Foce fino alla Stampa di ca. 6 km: il parco fluviale è stato quindi acquisito come progetto strategico per la nuova città.
Il Cantone ha allestito in collaborazione con i comuni interessati il progetto generale che risolve le problematiche idrauliche e nel contempo recupera il fiume, oggi in larga parte ancora incanalato.
Il processo è stato ulteriormente favorito anche dall’iniziativa popolare Acqua viva lanciata nel 2006 dalla Federazione Svizzera di Pesca che chiedeva la rinaturazione delle acque. La nuova Legge federale sulla protezione delle acque, entrata in vigore quale controprogetto nel 2011 ha permesso lo stanziamento di nuovi importanti crediti federali e cantonali.
Il Cantone Ticino e la città di Lugano hanno quindi saputo anticipare quest’opportunità e con il progetto all’avanguardia per il fiume Cassarate sono riusciti ad attivare risorse importanti, le quali avrebbero potuto essere dirottate altrove.

Riqualifica Pian della Stampa
La sistemazione idraulica della tratta urbana del fiume è stata iniziata da parte del consorzio Valle del Cassarate nel comparto del Piano della Stampa, a nord di Cornaredo: un’area prettamente industriale un tempo discosta e oggi divenuta area di sviluppo della città in conseguenza dell’apertura della nuova galleria Vedeggio Cassarate. In questo comparto il fiume passa da regime torrentizio a regime di pianura, e nel caso di piena si manifestano importanti trasporti di legname e detriti. L’urgenza idraulica ha sollecitato la realizzazione in tempi brevi. La sistemazione eseguita ha permesso la creazione di una nuova passeggiata ed è stata la piacevole scoperta di un percorso alternativo per la mobilità lenta in un comparto industriale e poco qualificante. Questi lavori hanno fatto da importante apripista per le ulteriori realizzazioni del parco fluviale.

Sistemazione della Foce del Cassarate
La sistemazione della Foce per contro ha avuto un iter più tortuoso, poiché intervenire in un luogo simbolico della città molto legato alla storia come il parco Ciani ha sollevato molte resistenze. Il progetto, che funge da completamento dei lavori già eseguiti di riqualifica del porto, è stato approvato di misura in consiglio comunale nel 2010. Esso è poi stato oggetto di referendum e sottoposto al voto popolare. La campagna dei fautori e dei contrari è stata molto intensa e ha toccato molto le emozioni e meno gli aspetti tecnici del progetto. Il 5 giugno 2011 Il progetto è stato approvato con soli 106 voti di scarto con una scarsa partecipazione al voto (32.6%).
Possiamo affermare che questo luogo è ora divenuto il nuovo baricentro della città, portando le parole della progettista arch. Sophie Ambroise, che nella recente inaugurazione ha spiegato l’essenza del progetto:
“I Romani costruivano le città su due assi, uno nord/sud, il cardo, e uno est/ovest il decumano. Dall’incrocio dei due assi scaturiva il cuore della città… . Ora se guardiamo alla nostra città con il suo ricco e incredibile territorio, abbiamo anche noi un asse nord/sud lungo 20 chilometri che va dal San Lucio dritto giù lungo il fiume Cassarate fino alla Foce e poi un asse est/ovest lungo 10 chilometri che si sviluppa lungo il lago da Gandria fino a Paradiso. Questi due assi che attraversano il nostro territorio s’incontrano proprio qui alla Foce del Cassarate. Proprio sul ponticello nuovo, che abbiamo messo lì leggermente di sbieco, s’incrociano questi due assi sui quali si sta costruendo la nuova Lugano. Questi due assi paesaggistici ambedue legati all’acqua sono le fondamenta della nuova città. La sfida è quella di poterli percorrere a piedi nella loro interezza. Possiamo augurarci che le nostre rive lacustri e fluviali nuovamente accessibili diventino veri e propri spazi pubblici?”
Dopo il cantiere, le discussioni si sono spostate su temi gestionali che giocoforza devono essere affrontati in merito alla balneazione, alla presenza di cani liberi, ai vandalismi, ai rifiuti, alla cura e al rispetto del verde, alla sicurezza, ecc.

Guardare avanti
Il successo degli spazi liberi naturali in città impone anche una riflessione attenta su come questi devono essere gestiti, su cosa va vietato o permesso, su come vanno informati e educati i fruitori.
Certamente, sulla base di queste prime due realizzazioni possiamo ora fare tesoro delle prime esperienze e affinare le nostre azioni future.
Nonostante il carattere differente dei due progetti, entrambi hanno evidenziato tematiche di gestione comuni che devono essere attentamente considerate già nella fase pianificatoria, quali:
• la convivenza con specie animali e vegetali
• la presenza di neofite
• il fenomeno crescente dei vandalismi e littering
• l’importanza del piccolo arredo (panchine, cestini, ecc.)
Per il futuro perciò si dovrebbe perciò pensare ai seguenti aspetti già nella fase del progetto:
• lavoro interdisciplinare fra esperti di ingegneria – architettura – natura
• dialogo con i futuri gestori e fruitori
• pianificazione dei piccoli arredi, mantenendo flessibilità
Lugano intende completare nei prossimi anni il parco fluviale con la realizzazione delle ulteriori tratte mancanti: nel nuovo quartiere di Cornaredo, a Pregassona e a Viganello.
Si intende non solo creare un nuovo percorso pedonale e una maggiore accessibilità all’acqua, ma anche mettere in rete gli spazi liberi delle importanti aree pubbliche presenti lungo il tracciato del fiume.
Se da un lato più di cento anni fa, la legge forestale del 1912 ha permesso di salvaguardare i nostri boschi per le future generazioni, oggi la nuova legge del 2011 introdotta dalla Confederazione ci permette di contenere i pericoli d’inondazione e valorizzare i corsi d’acqua anche in contesto urbano.
Un’occasione importante che consente ai comuni di creare nuovi spazi liberi a favore dello svago e della mobilità lenta.
Lugano ha deciso di cogliere questa importante sfida, in collaborazione con il Cantone e con la Confederazione. Un’occasione privilegiata per iniziare anche una discussione più ampia legata agli spazi liberi in contesto urbani, ringraziamo pertanto ASPAN per l’organizzazione di questo interessante simposio.

Si ringrazia:
Stato del Cantone Ticino, Dipartimento del Territorio, Ufficio corsi d’acqua Confederazione Svizzera Ufficio federale dell’Ambiente
Municipio di Lugano, Dicastero Edilizia pubblica e Genio civile
Consorzio Valli del Cassarate e Golfo di Lugano
Comune di Canobbio,
ex comuni di Cadro, Davesco – Soragno e Pregassona
Studio d’ingegneria Tunesi SA, Dionea SA
Team di progetto Foce arch. Sophie Ambroise (geologia Urs Lüchinger, ingegneria civile ing. Rinaldo Passera, biologia Luca Paltrinieri)